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Scuole, la Regione ha deciso: per le superiori DaD fino a venerdì 16

Sono arrivate le attese risposte circa la riapertura.

Scuole, la Regione ha deciso: per le superiori DaD fino a venerdì 16
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Al termine del Consiglio dei ministri, nella giornata di ieri, 4 gennaio 2021, sono arrivate le attese risposte circa la riapertura delle scuole. L’attenzione sul tema è altissima, anche in virtù del rischio di una terza ondata che il professor Walter Ricciardi ha dato praticamente per certa a fronte di nuove aperture. Ecco tutti i dettagli a seconda delle zone e del grado.

Riapertura scuole: i dettagli

Il 7 gennaio 2021 riapriranno regolarmente le scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di primo grado tranne che in Campania. Diverso il discorso per le superiori, che dal 7 gennaio riprendono con la didattica a distanza (nonostante diverse Regioni fossero pronte a riaprire). Si tornerà in aula in presenza al 50% dall’11 gennaio dopo le valutazioni del Comitato Tecnico Scientifico. Ci sono, però, delle eccezioni. In alcune Regioni sono state emanate ordinanze più restrittive: la Campania prevede il rientro dal 25 gennaio; Veneto, Marche e Friuli hanno stabilito che gli studenti delle superiori torneranno fisicamente in classe, anche se sempre al 50%, solo il 1° febbraio. Il Piemonte si allinea alle direttive governative.

Alternanza tra presenza e DaD

Dall’11 gennaio sarà un’alternanza tra la didattica a distanza al 50% e 50% in presenza, come deciso dal governo già nelle scorse settimane. Chi potrà, porterà la percentuale degli studenti al 75% nelle prossime settimane se le condizioni del contagio lo permetteranno.

Cirio sceglie diversamente

Il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio firmerà nelle prossime ore una ordinanza per la ripartenza della scuola in Piemonte, che conferma il ritorno in classe in presenza dal 7 gennaio per le primarie e le secondarie di primo grado e prevede il mantenimento della didattica a distanza al 100% per le scuole superiori fino al 16 gennaio (ad eccezione degli studenti con esigenze speciali e delle attività di laboratorio), con ritorno in classe in presenza a partire dal 18 gennaio, sempre compatibilmente con l’andamento dell’epidemia.

La decisone è stata condivisa questa mattina dalla Regione durante un incontro con le Prefetture, i Sindaci dei Comuni capoluogo, i Presidenti delle Province, i rappresentanti degli Enti locali (Anci, Anpci, Upi, Uncem e Ali-Legautonomie), sentiti anche i sindacati, l’Ufficio scolastico regionale e il Ministro della Salute.

«In queste settimane - sottolinea il presidente Cirio - il prezioso lavoro coordinato dalle Prefetture con la collaborazione degli enti locali e di tutto il mondo della scuola piemontese ha portato alla definizione di un piano di organizzazione dei trasporti operativo per garantire il ritorno in classe degli studenti delle scuole superiori sia al 75% che al 50%. Il Piemonte è pronto a partire, ma l’attuale quadro epidemiologico ci impone prudenza, perché la curva del contagio in crescita in molti Paesi europei e in altre regioni italiane ci mette concretamente di fronte al rischio di una terza ondata che dobbiamo fare in modo di contenere. Il Governo, inoltre, ha modificato nella notte i criteri per la definizione delle soglie di rischio, abbassando i valori per il passaggio di colore tra le diverse zone, per cui è fondamentale avere questa settimana di tempo in più per monitorare l’andamento epidemiologico. Dobbiamo dare sicurezza e certezza alle famiglie e al mondo della scuola, perché non avrebbe senso aprire per poi richiudere dopo qualche giorno».

«L’obiettivo - aggiunge ancora il presidente Cirio - è far tornare in nostri ragazzi in classe ma con continuità e in sicurezza, proprio per questo abbiamo predisposto il Piano scuola sicura, partito ufficialmente ieri per il personale docente e non docente e dall’11 gennaio per gli alunni delle seconde e terze medie, con tamponi gratuiti su base volontaria per prevenire la nascita di focolai e garantire la didattica in presenza. Anche per questo chiedo al Governo di poter usare le rimanenze delle dosi di vaccino destinate alla prima Fase per vaccinare subito anche il personale scolastico, tra le categorie professionali più colpite dal contagio nella seconda ondata che è prioritario tutelare».

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