Calcio, è nata la società Asd La Chivasso 1919
Il ritorno di Paolo Martino: ed è subito derby con l’altro Chivasso
Asd La Chivasso 1919. E’ tutto raccolto nel nome (e logo) della nuova società calcistica il senso del progetto che il presidente storico dell’allora (e ormai defunta) Unione Ricreativa Sportiva a tinte biancorosse, Paolo Martino, ha messo in piedi con la collaborazione di Maurizio Spina, altro cognome legato filo a doppio alle vicende sportive chivassesi del calcio (e i suoi fasti) che fu e che potrebbe tornare, anche grazie al contributo di Davide Mulè.
Calcio, è nata la società Asd La Chivasso 1919
Insieme compongono il “tridente” del direttivo che ha le idee ben chiare di cosa fare e come muoversi per ridare alla città una (prima) squadra da tifare la domenica e che riporti il nome della Città tra i campionati dilettantistici della Figc. «Che sia Terza categoria o Promozione è ancora presto per dirlo», dichiara deciso Paolo Martino che non ha mai fatto uso della diplomazia andando sempre dritto per dritto, come fanno gli attaccanti in contropiede, verso la porta avversaria, e senza giri di parole scopre subito le carte e le mette in tavola. «Come primo passo formale abbiamo depositato ufficialmente all’Agenzia delle Entrate lo statuto, atto che sancisce la nascita della nostra nuova società», aggiunge il massimo dirigente accompagnato per l’occasione da Enzo Del Giudice che ricoprirà nel nuovo sodalizio il ruolo di segretario.
L'intervista
Il riferimento «La Chivasso 1919» è il punto di partenza di questo nuovo progetto che vuole rimettere il calcio giocato – «Dei grandi e del settore giovanile» – al centro della città, ripartendo idealmente dalla storia del club che per un secolo ha animato le giornate di migliaia di ragazzi che hanno vestito i colori sociali dai Pulcini fino all’Eccellenza; prendendo spunto da quello che è stato (il passo) e che potrebbe tornare ad essere. (il futuro). «Certo – concorda Martino -. Ma non dipende da noi. Noi ci mettiamo la faccia e le risorse, però ci sono altre variabili che non possiamo governare noi». E la variabile è: dove questa nuova realtà potrà svolgere allenamenti e partite di campionato?
«Bella domanda» sorride Martino. «Il punto è proprio questo. Adesso che la società è stata registrata all’Agenzia delle Entrata e che quindi ha anche un’identità giuridica faremo una richiesta al Comune perché ovviamente noi faremo attività a Chivasso, per i ragazzi di Chivasso e a garanzia di quello che andremo a fare ci sono tre artigiani della città, di cui uno sono io ovviamente, che non arrivano da Settimo o da altri paesi, il cui passato sportivo parla chiaro».
Il riferimento di Paolo Martino è alla metà degli anni Novanta quando il Chivasso giocava in Eccellenza e calcisticamente battagliava con club come Ivrea e Sangiustese che poi continuarono la loro cavalcata fino al professionismo. Ancora Martino:
«Mi auguro soltanto che l’Amministrazione comunale faccia un bando per l’assegnazione dell’impianto sportivo al quale noi sicuramente parteciperemo dando garanzie su quanto vogliamo fare nell’immediato, già dall’inizio della stagione 2023/2024, quella che parte a settembre, presentando una prima squadra dilettantistica e un settore giovanile che negli anni potrà ritornare ad essere centrale come lo è sempre stato. E’ chiaro che per il vivaio non si può, pronti-via, essere già competitivi, perché questo è un percorso di anni, fatto con allenatori preparati e prima che Chivasso torni ad essere un centro attrattivo ci vuole tempo e se ce ne verrà data la possibilità, lo faremo». Discorso diverso invece per la prima squadra. Tradotto per i non addetti ai lavori: «il calcio dei grandi».
«Le regole parlano chiaro, si deve partire dalla Terza categoria ma ogni anno si verificano defezioni, società che non si iscrivono e che cedono il titolo sportivo e noi, se ci sarà l’occasione, saremo pronti a non farcela sfuggire: guardiamo fino alla Promozione». Ma c’è un ma. «Però, tutto questo, è adesso che si imposta. A che ci è dato a sapere, il campo Ettore Pastore è stato affidato temporaneamente fino al 30 giugno 2023, ovvero fino alla fine di questa stagione sportiva, e dopo? Ci sarà un bando al quale partecipare? Che criteri verranno presi in considerazione? Ci sarà un nuovo accordo “diretto” come è stato fatto fino ad oggi? Sono risposte queste, però, che non possono essere date troppo in là nel tempo, perché la stagione sportiva dell’anno prossimo va programmate adesso. Banalmente, anche solo le divise di gioco, le attrezzature e tutto quello che occorre non lo compri all’ultimo minuto. E poi, quando presenti un progetto a un allenatore o un giocatore devi avere dei punti fermi, delle certezze, su dove, ad esempio, il Comune ti farà svolgere l’attività».
E questo sarà un tema che nelle prossime settimane entrerà nell’agenda amministrativa della Giunta di Claudio Castello.
Ma poi, una domanda, che in molti si starano ponendo, che va al di là delle norme e della burocrazia, è perché Paolo Martino a distanza di così tanto tempo ha deciso di scendere nuovamente in campo e giocare questo «derby» tutto chivassese nel quale – come succede nel calcio – non mancheranno falli anche da cartellino giallo se non da rosso. «Chivasso – spiega - ha bisogno di calcio giocato e non di parole. E perché questo avvenga c’è bisogna di crearne i presupposti. Che sono: passione, tempo e denaro. E io credo che a Chivasso di persone con queste intenzioni non ce ne siano molte, o meglio, so che io, Maurizio Spina e Davide Mulé le abbiamo. Non lo faccio per nessun interesse personale se non per provare a togliermi un’altra soddisfazione com’era capitato quando sono stato presidente la prima volta. Ovvio che i meriti all’epoca erano di tutti, della società. Oggi sarà tutto più difficile, tutto da costruire, ma sono, anzi, siamo convinti che si possa fare».
La palla adesso passa sul campo (neutro) di Palazzo Santa Chiara.