Il caso

"Nel Gioco dell'Oca nei viali, tra i campioni manca Mario Regis"

Ci sono Pecco e i Borri, ma Regis già nel 1955 aveva il conquistato il Campionato Italiano Juniores classe 175 cc in sella ad una Mondial

"Nel Gioco dell'Oca nei viali, tra i campioni manca Mario Regis"
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Il «Gioco dell’Oca» tutto chivassese posizionato in viale Vittorio Veneto ha una grossa lacuna. Ne sono convinti alcuni cittadini, che passando davanti al totem con le istruzioni per l’uso, all’altezza del civico 7A, non possono fare a meno di notare la mancanza, tra quelli dei campioni di motociclismo Francesco «Pecco» Bagnaia e Vincenzo e Piercarlo Borri, del nome di Mario Regis, classe 1929.

"Nel Gioco dell'Oca nei viali, tra i campioni manca Mario Regis"

Regis, figlio di Giovanni, titolare di una rivendita di pneumatici, carburanti e lubrificanti in via Torino (e poi concessionario proprio della Mondial), nel 1955 aveva infatti conquistato il Campionato Italiano Juniores classe 175 cc in sella ad una Mondial.
Scomparso nel maggio del 2020, Mario Regis non era ancora maggiorenne quando, con la Lancia Augusta di suo zio, aveva partecipato ad alcune «esibizioni motoristiche».
Poi, negli Anni ‘50, aveva iniziato ad inanellare una serie di successi sulle due ruote come la vittoria della Sassi - Superga e Aosta - Gran San Bernardo del 1953, senza dimenticare il terzo posto alla Milano Taranto classe 175.
Una passione «tardiva» secondo i canoni odierni, tanto che nel 1968, quando si aggiudicò il «Trofeo Vallecamonica» ai comandi di un’Alfa Romeo GTA gialla (con tetto a scacchi marroni) da alcuni giornali venne definito addirittura veterano.

Dalle due alle quattro ruote

Lasciate le moto in seguito ad un incidente, Mario Regis passò direttamente al volante di una Lancia Zagato (e da chivassese non avrebbe potuto fare altrimenti), per poi passare al «biscione» con una Alfa Romeo Giulia TI 1600 e una Giulietta, e tornare alla «Casa di Chivasso» con una Lancia Fulvia HF.
Passano gli anni e Mario continuò a correre, passando da una Bmw 2002 Tii (impossibile dimenticare la sua officina Bmw all’angolo di piazza d’Armi, o la nuova officina nell’area Carrefour) a una Alpine Renaut 1600, da una De Tomaso Pantera Gruppo 3 a una Porsche 911, con cui chiude 6° un Giro Automobilistico d’Italia.
Sì, una casella nel «Gioco dell’Oca» se la merita anche lui.