AMBIENTE

Nucleare, l'opposizione di Mazzè: "Sì al deposito ma non in Canavese"

L'intervento di Stefano Anzola.

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Nucleare, l'opposizione di Mazzè guida da Stefano Anzola spiega: "Sì al deposito ma non in Canavese".

Deposito nucleare in Canavese

Nella notte tra lunedì 4 e martedì 5 gennaio (appena in anticipo per poter dare la colpa alla Befana), sul sito internet www.depositonazionale.it è stata pubblicata infatti la proposta di Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee (CNAPI) ad ospitare il deposito nucleare: ne sono state individuate 67, in sette Regioni (dal Piemonte – che ne ha otto tra Torino e Alessandria – alla Sicilia), le cui caratteristiche soddisfano «Sia i criteri di localizzazione definiti da ISPRA (oggi ISIN) nella Guida Tecnica n. 29​, che i requisiti indicati nelle Linee Guida IAEA (International Atomic Energy Agency)».

Per ogni area è stata pubblicata una relazione, alla base della «consultazione pubblica» da cui si dovrà arrivare all’identificazione del sito che ospiterà, in eterno o quasi, le scorie. Inutile dire che l’opposizione si preannuncia durissima, nonostante il parco tecnologico annesso sia considerato un «Valore aggiunto» per le comunità locali e i sostanziosi ristori economici che, di fatto, riducano le tassazioni locali. Senza dimenticare le ricadute occupazionali: 4 mila lavoratori per la costruzione e 700 per il funzionamento.

In tutte le carte pubblicate sul sito, l’area che comprende i territori di Mazzè e, in minima parte, quelli di Caluso e Rondissone, viene identificata come TO-10. Si sviluppa a nord di Chivasso, a poco più di un chilometro da Mandria, e ha come confine est la provinciale che collega Rondissone a Mazzè. La superficie individuata è di 515 ettari, e la mappa disegna una forma che è già stata definita a «pipistrello».

L'opposizione di Mazzè: "Sì al deposito ma non in Canavese"

Il gruppo Un percorso in Comune guidata da Stefano Anzola interviene con una sua dichiarazione sul deposito nucleare:

In riferimento alla questione dei siti per lo stoccaggio dei rifiuti radioattivi, desideriamo chiarire qual è la posizione che il nostro gruppo assume
Premettiamo che siamo ben consapevoli di quanto sia importante che anche l'Italia vada a dotarsi di un sito adatto, proprio per questo motivo affermiamo con certezza che il nostro territorio NON possa essere assolutamente adatto.
Non vogliamo entrare ora in disquisizioni tecniche, ci saranno fior di esperti chiamati a svolgere tale compito, siamo peraltro certi che la partita si giocherà prioritariamente sul piano politico, perchè è del tutto evidente come le scelte effettuate fino ad ora abbiano avuto una matrice squisitamente politica, pur se mascherate dietro il paravento delle motivazioni tecniche.
Il nostro territorio non è adatto perchè il Canavese e il Chivassese hanno già pesantemente dato negli ultimi decenni, fornendo la propria disponibilità ad accogliere opere e strutture che hanno rilasciato grandi vantaggi a livello pubblico e generale, scaricando a livello locale le criticità: cave, discariche, l'alta velocità della quale non possiamo di fatto usufruire, solo per citarne alcune.
Il nostro territorio non è adatto perchè dopo tanti anni di crisi post industriale, economica, sociale e identitaria, non certo adeguatamente supportati come invece altri in Italia dalla politica romana, ora ci stiamo faticosamente rialzando e lo stiamo facendo grazie all'impegno e all'ingegno di privati ed enti locali che hanno compreso come la terra, che i nostri vecchi faticosamente si erano conquistati e che orgogliosamente ci hanno lasciato in eredità, sia una risorsa dal valore inestimabile anche non facendoci delle buche o colandoci del cemento.
Il nostro territorio non è adatto perchè il Canavese oggi finalmente è un marchio, arte, cultura, paesaggio, agricoltura e commercio di prodotti tipici di eccellenza, turismo, siamo magari partiti in ritardo in confronto ad altri ma ora ci siamo, andiamo avanti e non ci fermeremo perchè stiamo costruendo una buona fetta del futuro nostro e delle nostre prossime generazioni, non ci sono ristori economici che possano compensare la rinuncia a questo sogno, per tutti coloro che ci credono e vogliono continuare a crederci.
La partita si giocherà prioritariamente a livello politico, non è il momento dello sconforto nè delle divisioni, si deve fare squadra, tra cittadini, enti locali, organizzazioni di categoria, parlamentari del territorio.
Noi ci siamo e faremo tutto quanto nelle nostre possibilità.

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