Aviaria, estesa la zona di sorveglianza ma nessun nuovo focolaio
Tutte le indicazioni dell'AslTo4, dal come cuocere le uova a come comportarsi in caso di problemi respiratori
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L’uccisione dei 50 mila polli presenti nell’allevamento di Cascina Neirole interessato da casi di aviaria, al confine tra Chivasso e Verolengo, si è svolta in meno di 48 ore. Due giorni, il 5 e 6 febbraio, per il «depopolamento» (come è stato definito nei documenti ufficiali) che comunque rappresenta solo il primo passo di una strada ancora molto lunga.
Aviaria, estesa la zona di sorveglianza ma nessun nuovo focolaio
Nei giorni scorsi, anche se non sono stati trovati nuovi focolai, l’AslTo4 ha infatti incrementato notevolmente l’elenco dei Comuni interessati da controlli e verifiche, che da undici sono passati a poco meno di trenta: Brandizzo, Brusasco, Caluso, Casalborgone, Castagneto Po, Cavagnolo, Chivasso, Cinzano, Crescentino, Gassino Torinese, Lauriano, Mazzè, Montanaro, Monteu da Po, Rivalba, Rondissone, Saluggia, San Benigno Canavese, San Raffaele Cimena, San Sebastiano da Po, Sciolze, Torrazza Piemonte, Verolengo, Verrua Savoia, Villareggia e Volpiano.
Le indicazioni dell'Asl
In questi Comuni, le ordinanze dell’Asl (valide per almeno un mese) prevedono: pollame e uova provenienti da allevamenti siti nella zona di sorveglianza non potranno essere presenti né commercializzati sulle aree mercatali salvo deroghe concesse dalla Regione; il divieto di presenza e vendita è esteso anche a tutti gli allevamenti avicoli rurali compresi quelli esonerati dall’obbligo di marchiatura con il codice del produttore (meno di 50 galline ovaiole); ugualmente, sulle aree mercatali di tali Comuni, è vietata la presenza di pollame e altri volatili in cattività ovvero uccelli da voliera come pappagallini, canarini, faraone, quaglie, oche, tacchini, papere...; sono in generale vietate fiere, esposizioni ed altre manifestazioni in cui si assembrino i volatili indicati; è possibile la commercializzazione di carni di pollame regolarmente macellato e di uova provenienti da centri di imballaggio o da allevamenti siti al di fuori dalla zona oggetto di ordinanza».
Aziende e pri
Se le aziende hanno una serie di prescrizioni legate anche alla «movimentazione» degli animali, anche i privati cittadini che allevano pollame per il proprio consumo devono seguire alcune regole, come «detenere al chiuso il pollame ed i volatili in cattività degli allevamenti all’aperto per evitare il contatto con uccelli selvatici».
Il consumo delle uova
«Il consumatore - spiegano i tecnici dell’AslTo4 - ha una propria responsabilità nel gestire e manipolare l’uovo in guscio, sia perché egli stesso può, dopo aver toccato le uova, andare a contaminare altri alimenti, sia perché durante la sgusciatura, pezzi di guscio possono contaminare il contenuto dell’uovo».
Ecco le principali indicazioni: mantenere le uova in frigorifero nel proprio imballaggio o in un reparto separato dagli altri alimenti; lavare accuratamente le mani prima di compiere qualsiasi operazione in cucina; rompere il guscio battendolo su un contenitore o una superficie che sarà utilizzata esclusivamente per questa operazione, oppure battendo un uovo contro l’altro; al termine delle operazioni, sanificare le superfici di lavorazione, gli utensili utilizzati e le mani con estrema cura; le preparazioni che prevedono una cottura e quindi temperature di almeno 70°C al cuore del prodotto sono sfavorevoli alla sopravvivenza dei patogeni.
Si raccomanda il consumo di uova e carni avicole soltanto provenienti da allevamenti regolarmente registrati e sottoposti a controllo ufficiale, e previa cottura.
L’INFEZIONE ALL’UOMO
Seppur rara, è possibile che l’influenza aviaria infetti l’uomo tramite contatto con polli o uccelli selvatici, oppure tramite occhi, naso e bocca. In caso di febbre e sintomi respiratori (e contatti a rischio), interessare subito il proprio medico.
Tutte le indicazioni aggiornate sono presenti sul sito dell’AslTo4, all’indirizzo www.aslto4.piemonte.it/node/54576