Il ricordo

Addio a Erminia Bosso: ha attraversato quasi un secolo di storia

Ha attraversato quasi un secolo di storia, dalle difficoltà della guerra alla ripresa economica, passando per la pandemia

Addio a Erminia Bosso: ha attraversato quasi un secolo di storia
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Crescentino ha dato l’addio a nonna Erminia Bosso, scomparsa all'età di 98 anni. Erminia lascia un vuoto incolmabile, ma anche un patrimonio di ricordi e saggezza che ha condiviso con le sue amate figlie Anna e Ida, i nipoti Giulia e Lorenzo, e i numerosi cugini e parenti.

Addio a Erminia Bosso: ha attraversato quasi un secolo di storia

La sua era una figura di spicco in città, una donna che ha attraversato quasi un secolo di storia, dalle difficoltà della guerra alla ripresa economica, dai primi strumenti meccanici alla rivoluzione digitale. Pochi anni fa, aveva concesso al nostro giornale una commovente intervista, raccontando la sua vita e le sue profonde riflessioni, paragonando la pandemia di Covid19 addirittura alla Seconda Guerra Mondiale.

«La pandemia? Per me è stata peggio della guerra»

«La pandemia? Per me è stata peggio della guerra», aveva dichiarato nonna Erminia con la lucidità che la contraddistingueva.
Nata il 12 marzo del 1927 nella cascina Gomato vicino a San Silvestro di Crescentino, aveva assistito a cambiamenti epocali, dalla macchina da scrivere ai tablet, dal telefono fisso agli smartphone, con cui faceva videochiamate ai nipoti durante il lockdown. La sua vita era stata un susseguirsi di pagine memorabili, dalle alluvioni che hanno segnato il territorio fino alla sconvolgente esperienza del Covid19.

Nata da mamma Angela di Fontanetto Po mentre papà Vittorio era di San Silvestro, Erminia tentò di entrare alle scuole magistrali di Casale Monferrato, studiando in collegio per cinque anni. Erano gli anni della Seconda Guerra Mondiale, e i ricordi delle sirene notturne e dei rifugi restano ancora vivi: «Avevo paura. Allora mi mettevano la coperta sulle spalle e aspettavo la fine dell’allarme. Per fortuna non è mai successo niente».

Il lavoro e l'amore

Un problema di salute le impedì di completare gli studi, e così iniziò ad aiutare i genitori nel lavoro in campagna.

A soli 16 anni, conobbe Ivo Vigè, l'amore della sua vita. In un campetto da calcio a Crescentino dove lei era andata a vedere la partita con le sue amiche. La loro storia fu interrotta dalla guerra, quando Ivo, partito militare nell’Aeronautica, riuscì a scampare alla prigionia tedesca. Si ritrovarono a Crescentino dopo la guerra, in Municipio, dove Ivo era stato assunto. Si sposarono nel 1953, andarono in viaggio di nozze a Roma e ebbero due figlie, Anna e Ida.

Erminia, non amando i lavori di ricamo e maglieria, preferiva la vita all'aria aperta, le passeggiate in bicicletta, la montagna. Gestì per vent'anni la cartoleria «Roma», mentre Ivo avviò un autonoleggio. Nel 1981, la scomparsa di Ivo a causa di una brutta malattia la portò a dedicarsi completamente ai suoi adorati nipoti, Giulia e Lorenzo, diventando una nonna a tempo pieno.
La pandemia di Covid-19 fu una prova dura, come raccontava lei stessa: «Con la pandemia sono stata mesi a vedere solo le figlie che venivano tutti i giorni a portarmi la spesa, a fare le pulizie, ad aiutarmi a cucinare e in altre attività domestiche, mi hanno viziata. La cosa che mi è più dispiaciuta è stata il non poter stare insieme la domenica come facevamo prima con i famigliari, il non poter festeggiare i compleanni e le feste e il non poter andare in cascina».

Nonostante l'età avanzata, nonna Erminia amava fare le torte, pulire le verdure e leggere, spesso un libro a notte quando non riusciva a dormire. Era un'ottima cuoca e il suo amore per la campagna non è mai venuto meno; quando poteva, si faceva portare nella cascina in cui era nata per ammirare il suo amato orto e le sue piante. La sua scomparsa sarà sentita profondamente, ma il ricordo della sua forza, della sua saggezza e del suo sorriso rimarrà nel cuore di tutti coloro che l'hanno conosciuta e amata.