TORRAZZA PIEMONTE

Casa della Mafia, il Comune spende 230 mila euro... Muscedra non ci sta

Tra le proposte di Luigi Corna anche l’abbattimento e la creazione di un parco

Casa della Mafia, il Comune spende 230 mila euro... Muscedra non ci sta
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Casa della Mafia, così viene chiamato quell’immobile confiscato in via Gramsci e che è stato assegnato al Comune di Torrazza.

Casa della Mafia

Comune che ora sta lavorando affinché possa ospitare la biblioteca civica e il centro giovani. Tant’è che proprio nel corso dell’ultimo Consiglio comunale, il sindaco Massimo Rozzino ha proposto una variazione di bilancio che includeva anche 290 mila euro per questo intervento. Al che i consiglieri di minoranza hanno posto dei quesiti ed espresso le proprie opinioni in merito. Luigi Corna, infatti, dai banchi della minoranza ha chiesto le dimensioni del bene, quale sarà la sua destinazione e se sarà o meno intitolata alla memoria di Giorgio Ambrosoli, avvocato che perso la vita nella lotta alla mafia.

Muscedra non ci sta ai capitali da spendere

Rocco Muscedra, invece, capogruppo di Torrazza Piemonte Libera ha commentato: «Impegnare questi soldi ne vale la pena? Non so se spendere tutti questi soldi sia logico».

Di fronte a queste richieste e affermazioni Rozzino ha commentato: «Sono previsti dei lavori di adeguamento affinché possa ospitare la Biblioteca e il centro giovani. E’ un immobile di circa 150 metri quadri, c’è un’area sottoterra ed una parte esterna verde. Noi vogliamo svolgere questi lavori perché questo luogo è un simbolo importante, per far capire che la mafia si può vincere. Per quanto riguarda l’intitolazione, quando l’intervento sarà terminato, l’Amministrazione comunale che governerà il paese deciderà. Noi, nel 2019, abbiamo approvato l’atto di indirizzo. Anche per quanto riguarda la sua gestione, quando si sarà giunti al termine degli interventi, si vedrà il da farsi».

Di fronte alle dimensioni illustrate dal sindaco, Corna non ha potuto non commentare che secondo lui un Centro giovani con una Biblioteca avrebbero difficoltà a coesistere, che è troppo piccolo. E che un’altra scelta da fare, che alcune realtà hanno già fatto, è quella di abbattere l’immobile e creare un parco dove deve esser specificato che è nato dopo la confisca del bene alla mafia.

Nulla ha smosso il sindaco e la sua maggioranza, tranne le parole di Muscedra quando ha detto: «Sono tutte cifre campate in aria, come fate a stimare? Qui è tutto presunto». A quel punto, prima di cambiare discorso, Rozzino ha voluto sottolineare che in quel modo stava offendendo gli uffici e i tecnici che lavorano proprio stimando un costo dei lavori affinché si possano fare le variazioni di bilancio e avviare l’iter.

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