Dimesso ospedale per ansia, era ictus

Dimesso ospedale di Chivasso per una semplice ansia, era stato invece colpito da un ictus.

Dimesso ospedale per ansia, era ictus
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Dimesso ospedale per ansia, era un ictus.

Dimesso ospedale

«Stato ansioso». Controlli della pressione, un po’ di tranquillanti, l’invito a tornarsene a casa e a contattare il proprio medico di base per «continuità assistenziale». Dimesso ospedale per ansia, era stato invece colpito da un ictus.

La visita a Chivasso

Mercoledì 27 maggio, ore 17.23, «triage» del pronto soccorso dell’ospedale di ChivassoFabrizio Di Tarsia, 49 anni, autista di Torrazza molto conosciuto a Chivasso, si affida ai medici per un malore che lo ha colpito poco prima. Era a Torino per una partita a calcetto con gli amici, dopo dieci minuti non riusciva nemmeno più a stare in campo. Si sentiva come paralizzato dal lato destro, braccio e gamba fuori uso. Una situazione peggiorata quando è poi rientrato a casa (fortunatamente) sull’auto guidata da un amico. Sceso, non riusciva nemmeno più a reggersi in piedi.
Da qui, la decisione con la moglie Elena di andare in ospedale. Codice verde, annotazione «stato d’ansia», alle 21.29 le dimissioni.

La corsa a Torino

La notte di Fabrizio non è stata delle migliori. Non ha chiuso occhio, gamba e braccio bloccato. Una situazione sì d’ansia, ma legata al peggioramento delle sue condizioni.
Nella mattinata del 28 maggio la telefonata al medico e la corsa alle Molinette di Torino. Passato al triage alle 9.31, è stato subito sottoposto ad una serie di accertamenti (esami del sangue, Ecg, Tac, raggi al torace). Questo per poi arrivare alle 17.16 alla somministrazione di un farmaco nell’ipotesi di «possibile evento ischemico acuto (minore) recente».
A seguire il ricovero in neurologia e la diagnosi di «Trombosi cerebrale senza menzione di infarto cerebrale».
Al momento delle dimissioni, l’8 giugno, alla voce motivo del ricovero si legge: «Ictus ischemico talamo capsulare sinistro», che alla diagnosi alla dimissione diventa «Ictus ischemico talamo capsulare sinistro, ipertensione arteriosa, sindrome ansiosa».

Lunga riabilitazione

A casa dal lavoro, in mutua, per almeno due mesi, Fabrizio dovrà affrontare una lunga riabilitazione per tornare ad avere il pieno utilizzo dei movimenti. Sempre l’8 giugno, infatti, ha ricevuto una «Proposta di percorso riabilitativo individuale» che dovrà affrontare in un centro specializzato per il «recupero della funzione motoria».
Una situazione ben diversa, e più grave, dello «stato d’ansia» con cui, a Chivasso, era stata chiusa la pratica.

La versione dell'Asl

In relazione all’accesso Di Fabrizio Di Tarsia presso il Pronto Soccorso di Chivasso lo scorso 27 maggio, il Direttore della Medicina e Chirurgia di Accettazione e di Urgenza, Paolo Franzese, ha attentamente valutato la documentazione clinica e ha riferito quanto di seguito si sintetizza.
"Si è presentato in Pronto Soccorso poco dopo le 17, riferendo la comparsa di crisi ipertensiva e con “sensazione di cedimento dell'arto inferiore destro”. Alla valutazione in triage è stata rilevata ipertensione in assenza di deficit neurologici apprezzabili ed è stato attribuito un codice di priorità clinica verde. Dopo circa quaranta minuti dal triage è stata effettuata la visita medica, nell’ambito della quale è stato evidenziato uno stato di agitazione in assenza di segni/sintomi di tipo neurologico.

E’ stata, quindi, somministrata una terapia con benzodiazepine, destinata sia al controllo dei valori pressori sia al trattamento dello stato di agitazione, con buon beneficio. E’ stato poi dimesso dopo circa quattro ore di osservazione, alle 21.30, con buon controllo dei valori pressori e nessuna segnalazione in merito a comparsa di quadro neurologico".

La documentazione clinica

"Una valutazione più approfondita necessiterebbe della documentazione clinica del Presidio Ospedaliero Molinette. Allo stato attuale, è solo possibile ipotizzare a posteriori che il sintomo descritto potesse essere un evento di ischemia transitoria, anticipatorio della successiva evoluzione. Condizione, questa, non completamente verificabile alla valutazione in Pronto Soccorso. Pertanto, è verosimile che in concomitanza dell'accesso al Pronto Soccorso di Chivasso i sanitari non abbiano potuto evidenziare un quadro clinico-sintomatologico sufficiente a ipotizzare un concreto rischio evolutivo.
Preciso che sono previsti osservazione in Pronto Soccorso, esecuzione di esame radiologico TAC encefalo, monitoraggio e consulenza neurologica per gli utenti che presentino sintomi caratteristici di evento ischemico transitorio, laddove le condizioni siano tali da far porre il sospetto clinico.
Provvederò, peraltro, a richiedere una specifica relazione ai colleghi coinvolti nella gestione del paziente per approfondire ulteriormente l’indagine".

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