Il Piemonte zona rossa ancora per le scuole medie
Dopo il passaggio a zona arancione proclamato ieri, venerdì 27 novembre 2020.
Il Piemonte zona rossa ancora per le scuole medie. Le forti critiche, una de del Presidente del Gruppo consiliare regionale del Partito Democratico Raffaele Gallo, l'altra del Presidente Gruppo Consiliare Moderati in Regione.
Scuole medie ancora chiuse in Piemonte
Il Presidente della Regione Alberto Cirio ha deciso di confermare per la seconda e terza media la didattica a distanza, a eccezione delle attività di laboratorio e di quelle per l’inclusione scolastica degli alunni con disabilità e con bisogni educativi speciali. Così anche per le scuole superiori.
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La critica del Pd
«Mentre Cirio si autoelogia per il passaggio del Piemonte da zona rossa ad arancione, al contempo sceglie di non far tornare a scuola gli studenti delle seconde e terze medie. Va bene procedere con prudenza e senso di responsabilità, ma perché solo le nostre ragazze e i nostri ragazzi devono pagare la linea rigorista? Tutti siamo lieti che da domani il passaggio in fascia arancione permetterà ai negozi di riaprire e a tante categorie, dagli ambulanti alle estetiste, di tornare a lavorare. Insomma, tutti arancioni ma la scuola resta rossa. Ma, allora, perché tenere una linea dura solo sulla scuola? Ci si rende conto del prezzo educativo e sociale che stiamo facendo pagare a questa generazione?»: lo afferma il Presidente del Gruppo consiliare regionale del Partito Democratico Raffaele Gallo. «L’abbiamo già detto e lo ribadiamo: l’attenzione ai giovani la si deve dimostrare nei fatti concreti, non semplicemente lisciando le giuste proteste di chi chiede di poter tornare in aula. Non si può andare un giorno in piazza a chiedere che si torni a fare lezione in presenza e il giorno dopo decidere di tenere chiuse anche quelle scuole che potrebbero riaprire. Non si capisce in base a quali dati epidemiologici in Piemonte si debba essere più restrittivi penalizzando le classi delle medie (le quali peraltro non pongono problemi di assembramenti sui mezzi pubblici). Cirio continua a dichiarare che la Giunta sta lavorando per consentire la riapertura in sicurezza delle scuole per il dopo festività, ipotizzando orari scaglionati. Vorremmo poterci credere ma nutriamo qualche dubbio, visto che nei quattro mesi estivi la Regione non è stata in grado di intervenire né sui trasporti né sull’organizzazione scolastica. E i nostri studenti continuano a pagare il prezzo più alto di una situazione sanitaria sfuggita di mano per l’inadeguatezza dei vertici regionali».
I Moderati
Silvio Magliano, Presidente Gruppo Consiliare Moderati, Consiglio Regionale del Piemonte spiega: «La Lombardia, Zona Arancione, riapre le Scuole: e il Piemonte? Gli alunni del secondo e del terzo anno della Scuola Secondaria di Primo Grado devono tornare in classe. Cirio ci dica piuttosto di chi è la responsabilità di un servizio di trasporto pubblico mai sufficientemente potenziato e reso sicuro in tutti questi mesi. Non devono essere i ragazzi e le loro famiglie a pagare l'inadeguatezza di chi governa. Riaprire dopo l'Epifania? Vorrebbe dire due mesi consecutivi senza lezioni in presenza, senza contare quelli del primo lockdown. Non ce lo possiamo permettere. In tanti dei nostri ragazzi stanno emergendo i primi segnali di difficoltà psicologica. La didattica a distanza non potrà mai sostituire una didattica in presenza, fatta di rapporto diretto con gli insegnanti e con i compagni. La mancata riapertura sarebbe inoltre un ulteriore disagio per le famiglie in una fase nella quale difficile o non opportuno è chiedere il supporto di baby sitter e nonni.
La Lombardia, alla quale questa Giunta e questa Maggioranza di centrodestra guardano come a un modello, riaprirà senz'altro: mi auguro che il Piemonte non scelga di fare diversamente proprio questa volta.
Il Governo Regionale, che giustamente sta provando a dare sostegno dal punto di vista finanziario al commercio cittadino, si renda conto che gli imprenditori, i professionisti e i lavoratori di domani sono i ragazzi che oggi hanno bisogno di tornare a scuola.
A poco serve farsi fotografare e riprendere insieme alle studentesse che protestano contro la didattica a distanza per poi non riaprire le Scuole: da parte del Presidente Cirio sarebbe un esempio di incoerenza difficile da spiegare agli studenti e alle famiglie piemontesi e la dimostrazione che si trattava di una mera iniziativa pubblicitaria».